Senza uscire di casa, incontrare il Mondo

Senza uscire di casa, incontrare il Mondo

Quando in Italia il 9 marzo 2020 è scattato il lock-down, è stato come trovarsi in una versione gigantesca di quel gioco che facevamo da bambini, quello delle “belle statuine”, nel quale alle parole “uno, due, tre, stella” tutti dovevano immobilizzarsi lì dove si trovavano. Qui al Centro Avalokita ci siamo ritrovati a isolarci in sette, i tre residenti che vivono qui da molti anni (Letizia, Stefano e Marco) e quattro amici carissimi della comunità allargata che sostiene il Centro (Beppe, Francesca, Miriam e Margherita), venuti da vari luoghi in Italia per stare solo qualche giorno o settimana, e ritrovatisi a partecipare come residenti “temporanei” a un ritiro di cui conoscevano la data d’inizio ma non quella finale.

Ora, con la partenza tra pochi giorni dell’ultimo dei quattro residenti temporanei, abbiamo sentito il bisogno di riflettere e comprendere il senso di questa lunga esperienza, e di condividerlo con voi tutti.

Dopo qualche giorno dall’inizio del lock-down, lo smarrimento e l’incertezza iniziali hanno lentamente lasciato in tutti i presenti il posto a un senso di profonda connessione e armonia, la sensazione di trovarsi nel luogo e nella compagnia ideali per attraversare un periodo così inaspettato e impegnativo: in un luogo remoto di rara bellezza, sotto l’ala protettrice della Madre Terra, con tanto spazio intorno per potersi comunque muovere e un senso di rassicurante protezione reciproca.

Giorno dopo giorno si è fatta sempre più chiara la comprensione che sarebbe passato tanto tempo prima che il Centro potesse accogliere nuovamente i ritiri che da 8 anni offre, con amici che si riuniscono qui a praticare per qualche giorno o per una settimana da tutta Italia e, a volte, anche da altre parti del mondo. È stato quindi naturale da un lato chiedersi come poter approfittare di questo tempo di ritiro che la realtà ci stava offrendo e dall’altro come poter offrire sostegno ai tanti amici nel Dharma che, diversamente da chi era al Centro, si trovavano ad affrontare una situazione così impegnativa magari rinchiusi nei pochi metri quadri del loro appartamento, in una delle città italiane improvvisamente deserte.

In questi mesi passati i residenti del Centro hanno potuto beneficiare per la prima volta per un lungo periodo della presenza e del sostegno di una comunità residente più ampia. I quattro residenti “temporanei” si sono trovati nella condizione di fare nel Centro l’esperienza di un ritiro lungo e indeterminato, un’esperienza spesso desiderata ma che in condizioni normali non avrebbero scelto di fare per la conflittualità che comportava rispetto ai propri affetti e “doveri familiari” (di cui inaspettatamente è stato possibile prendersi buona cura anche a distanza!).

Insieme è stato possibile dedicare due preziose condivisioni settimanali ai temi che la situazione ha fatto emergere, in particolare quelli della paura e della morte. Infatti, pur essendo in una situazione di privilegio rispetto a quanti si sono trovati ad affrontare il lock-down in città, in isolamento e spesso in condizioni precarie di salute, affettive o finanziarie, siamo stati nondimeno a contatto con la nostra paura e sofferenza, e con la morte di amici e praticanti a noi molto cari. Ora si sa che la familiarità con la morte può indurre a vivere più profondamente la vita, a coglierne l’essenza e a mettersi in gioco, ad esporsi e unirsi agli altri, più di quanto normalmente si faccia. È proprio questo che abbiamo condiviso tra noi qui al Centro e che ci ha dato l’ispirazione e l’energia per metterci al servizio del bisogno di connessione e di sostegno spirituale del resto della comunità di pratica italiana.

Il fatto di non essere impegnati nell’ospitare ritiri ha creato lo spazio di aprirci all’ascolto, alla creatività e alla possibilità di offrire qualcosa di nuovo e necessario. Ognuno di noi qui al Centro, in modo naturale, in base ai propri talenti e alla propria esperienza, si è messo totalmente a disposizione dei modi in cui il Centro avrebbe potuto dare sostegno alla situazione impegnativa che stavano vivendo tanti compagni di pratica in ogni parte del mondo.

Nel momento del lock-down come Centro avevamo già maturato un po’ di esperienza nelle attività online, ad esempio con alcuni webinar offerti nell’autunno precedente da Kaira Jewel Lingo e, in particolare, con un follow-up di sei mesi del ritiro di meditazione offerto in autunno da Helga e Karl Riedl, al quale stavano e stanno ancora partecipando una trentina di praticanti, che seguono un percorso in cui ogni due settimane hanno modo di riascoltare uno dopo l’altro gli insegnamenti di Dharma offerti nel ritiro, di praticare tutti insieme al mattino una meditazione guidata associata all’insegnamento e incontrarsi per la condivisione sul Dharma.

Grazie a questa esperienza, il Centro ha potuto offrire molte altre iniziative rivolte alla comunità dei praticanti nel suo insieme:
– Anzitutto, ha offerto liberamente i suoi canali Zoom a una ventina di gruppi di pratica locali che non potevano più incontrarsi fisicamente, e che inizialmente a fatica e poi con sempre maggior agio hanno coltivato online la vicinanza e il sostegno reciproco.
– Col sostegno tecnico e organizzativo del Centro, tre insegnanti di Dharma laiche italiane (Adriana, Diana e Silvia) nel periodo iniziale e più impegnativo del lock-down hanno offerto 4 webinar con domande e risposte ai quali hanno partecipato quasi mille praticanti da tutta Italia.
– Altri due insegnanti di Dharma (Letizia e Stefano), col sostegno del resto della comunità presente al Centro, fin da subito hanno offerto meditazioni guidate online dal Centro Avalokita, dando vita a una grande sala di meditazione, nella quale si sono seduti e continuano a sedersi insieme in meditazione tre volte la settimana alle 6.30 del mattino centinaia di praticanti italiani.
Insieme a queste, che sono solo alcune delle iniziative locali promosse dal Centro, sono stati offerti alcuni cicli di incontri online con insegnanti di Dharma da Plum Village, dall’EIAB e dal resto del mondo, dei quali hanno potuto beneficiare centinaia di praticanti, non solo italiani:
– Nel momento del lock-down era già in corso un ciclo di tre webinar sul tema “Come affrontare al meglio situazioni che ci mettono alla prova” offerti da Kaira Jewel Lingo, che oltre a darci tanta ispirazione con i suoi insegnamenti del Dharma, è stata nostra mentore nell’apprendere i modi per offrire questo tipo di insegnamenti online.
– Successivamente, tra aprile e maggio, abbiamo ospitato quattro webinar dal titolo “La mente libera”, promossi insieme al gruppo WakeUp Italia e offerti dagli amati fratelli monaci italiani di Plum Village, Br. Phap Bieu e Br. Hue Truc, sul tema dei 4 fondamenti della consapevolezza, che sono stati anche l’occasione per diffondere informazioni sulle nutrite e preziose opportunità di pratica offerte in Italia da Br. Phap Ban.
– Alla fine di maggio sono iniziati i quattro webinar dedicati agli educatori, promossi dal Centro Avalokita insieme a Wake Up Schools, con gli insegnanti di Dharma Richard Brady e Kaira Jewel Lingo sul tema “Prendersi cura del momento presente” ai quali, grazie alla traduzione in simultanea in due lingue, hanno partecipato anche numerosi praticanti anglofoni e francofoni da tutto il mondo.
– Infine, tra i mesi di giugno e luglio, il Centro Avalokita è stato felice di promuovere e organizzare due webinar con Thây Phap An e Sr. Song Nghiem dell’EIAB, venendo particolarmente incontro al desiderio dei praticanti del sud Italia, privati quest’anno dei ritiri da loro condotti ogni anno in Puglia e in Sicilia.

Tutti questi incontri sono stati offerti in uno spirito di generosità: tutti sono stati invitati a partecipare liberamente e indipendentemente dalla propria condizione economica, e solo chi poteva farlo con serenità è stato invitato a sostenere economicamente gli insegnanti e il Centro.

Abbiamo vissuto questa vasta e inaspettata partecipazione che c’è stata e c’è tutt’ora alle attività online che abbiamo offerto come una sorta di piccolo miracolo. Attraverso i feedback che abbiamo ricevuto da tantissimi tra i partecipanti siamo stati testimoni delle tante profonde e benefiche trasformazioni che sono avvenute nella vita dei praticanti che hanno seguito queste iniziative e, a volte, anche in quella dei loro parenti (compagni, figli, genitori) che, essendo in casa insieme, per una volta si sono potuti e voluti unire a questi momenti di pratica.

Sentiamo che questi ultimi mesi sono stati e sono ancora per tutta l’umanità inaspettati e profondamente impegnativi, e allo stesso tempo sorprendenti e straordinari. Sono avvenuti tanti di questi piccoli miracoli in tutto il mondo. Il miracolo che in particolare abbiamo vissuto qui al Centro Avalokita è stato quello di un meraviglioso spirito di vita comunitaria, come parti o cellule dello stesso organismo, composto non solo da noi sette che ci siamo ritrovati insieme qui al Centro, ma da tutti gli amici sparsi nel resto d’Italia e del mondo con cui siamo entrati in contatto. Le attività online svolte dal Centro hanno creato una profonda connessione tra tutti quanti noi e un senso di sostegno e nutrimento reciproco. Paradossalmente, il fatto di vivere questo tempo in isolamento, grazie all’aiuto della tecnologia, ci ha permesso di creare questo senso di profonda connessione e sostegno reciproco con persone e luoghi ovunque sul Pianeta con i quali non saremmo potuti entrare in contatto altrimenti.

(Articolo scritto nell’estate 2020  per la newsletter dell’Istituto Europeo di Buddhismo Applicato)